Cure dentistiche: come comportarsi?
Può accadere che durante la gravidanza si presentino patologie il cui trattamento non può essere rimandato dopo il parto. Stiamo parlando di tutte le patologie che, se trascurate, potrebbero provocare dolore e successivi trattamenti più lunghi e complicati. Ad esempio: le carie di medie-grandi dimensioni che potrebbero arrivare al nervo; denti compromessi che, se non rimossi, potrebbero creare ascessi. Inoltre, le stesse patologie potrebbero presentarsi con una sintomatologia dolorosa, difficilmente controllabile con i farmaci (l’unico antidolorifico permesso in gravidanza è la tachipirina che per i denti non è molto efficace!) e quindi potrebbero richiedere un intervento immediato.
Se non ci sono urgenze, il secondo trimestre di gravidanza è il momento più indicato per sottoporsi a interventi come cura delle carie, estrazioni o altro.
In caso di urgenza, è comunque possibile effettuare cure odontoiatriche in ogni momento della gravidanza, avendo alcune accortezze come mantenere nel terzo trimestre la paziente in posizione diritta o far mantenere una posizione sul fianco piuttosto che supina per evitare che il peso del feto provochi nausea o ipossia.
L’anestesia dal dentista in gravidanza si può fare con tranquillità, dal momento che si tratta di un tipo di anestesia esclusivamente locale e che viene eliminata dal nostro organismo in tempi brevi. Non può pertanto causare alcun danno al feto.
Durante l’allattamento, i fluidi corporei diluiscono l’anestetico rendendolo innocuo, tanto che non è necessario sospendere l’allattamento.
Anche le radiografie se strettamente necessarie si possono fare con le dovute precauzioni.